k+a 2016.3 : Botanische Gärten | Jardins botaniques | Giardini botanici

k+a 2016.3 : Botanische Gärten | Jardins botaniques | Giardini botanici

I giardini botanici sono luoghi di ritiro in mezzo alle città assordanti, paradisi per piante esotiche e indigene, archivi del vivente, nonché luoghi «dove natura, arte e scienza intrattengono vivaci conversazioni», come afferma Erik A. de Jong, storico dell’arte e della cultura di Amsterdam, in dialogo con Arte+Architettura. Come sempre, il tema dell’edizione autunnale della nostra rivista riprende quello delle Giornate europee del Patrimonio, quest’anno intitolate «Oasi», che nei giorni 10 e 11 settembre non mancheranno di attirare migliaia di visitatori in tutta la Svizzera. Il presente numero invita a un viaggio che spazia dai giardini conventuali e medicinali del Medioevo, ai giardini alpini e ai parchi, fino ai giardini botanici contemporanei. Questi luoghi non si limitano a proporre una «messa in scena» della natura, ma costituiscono anche dei rifugi e delle aree libere in mezzo allo spazio di vita sempre più ristretto – come attesta peraltro il ruolo esistenziale di queste «oasi». Non è inoltre da sottovalutare il fatto che, all’epoca degli archivi web, l’incontro diretto con organismi viventi e con le loro configurazioni artistiche è un’esperienza di notevole arricchimento. Il nostro numero invita anche a questo: buona lettura! - Michael Leuenberger

 

Dossier 1
Johannes Stoffler
Der Garten der Alten Universität in Basel
Vom Hortus medicus zum neuen Lustgarten

Riassunto
Il giardino dell’Università vecchia di Basilea: da hortus medicus a nuovo parco
Ai piedi del colle della Cattedrale di Basilea, tra il Rheinsprung e la riva del fiume, si trova nascosto un modesto parco dalla storia illustre. Si tratta del giardino dell’Università vecchia di Basilea, allestito dal 1589 come Hortus medicus da Caspar Bauhin (1560-1624). Tra i primi giardini botanici d’Europa, dal XVIII secolo divenne il parco della famiglia patrizia dei Sarasin. Dopo un periodo di abbandono, il giardino tornerà presto a testimoniare il proprio passato: il ripristino di un padiglione, di una vasca d’acqua e delle aiuole restituiranno alla terrazza superiore una parte delle attrazioni che caratterizzavano l’antico giardino dei piaceri. Nel 2017 il nuovo parco verrà aperto al pubblico e tornerà a essere fruibile all’interno della successione di giardini storici terrazzati situata nei pressi del colle della Cattedrale.

 

Dossier 2
Roland Frischknecht, Anna Joss, Silvia Steeb
Der neue Botanische Garten in Zürich
Symbiose aus Architektur und Landschaft

Riassunto
Il nuovo Giardino botanico di Zurigo: una simbiosi di architettura e paesaggio
Il nuovo Giardino botanico è un’importante testimonianza dell’architettura universitaria del Secondo dopoguerra. Gli elementi architettonici accuratamente accordati con il paesaggio sono ispirati all’operato di Alvar Aalto. L’architettura influenzata dalla cultura pop degli anni Settanta trova espressione in un linguaggio autonomo, liberato da regole e norme sociali. Ne è una testimonianza la tipologia innovativa delle serre a forma di cupole. Anche il disegno del parco rivela caratteristiche progettuali di notevole qualità. Con grande abilità gli architetti paesaggisti hanno saputo preservare in forma astratta le strutture di base del giardino precedentee nello stesso tempo integrare in termini contemporanei le esigenze di ricerca, studio, formazione e conservazione della varietà biologica del giardino botanico. La straordinaria fusione di architettura, paesaggio e arte conferiscono all’insieme il carattere di un’opera d’arte totale.

 

Dossier 3
Guido Maspoli
Il Parco botanico delle Isole di Brissago
Dalla genesi al presente

Riassunto
Il Parco botanico del Cantone Ticino è sorto da importanti intuizioni e sedimentazioni dei proprietari precedenti. Nel 1885 Antoinette e Richard St. Leger acquistarono le isole di Brissago per trasformarle in un giardino esotico. Antoinette era nata a San Pietroburgo, figlia naturale dello zar Alessandro II e di Wilhelmine Bayer, che danzava a corte, Richard Fleming St. Leger discendeva da un’antica famiglia irlandese. Le isole non erano mai state coltivate prima di allora, ma avevano un clima molto favorevole. Ci volle un decennio prima che il parco prendesse forma, ma il risultato fu sorprendente. Nel 1927 la proprietà fu ceduta a un commerciante tedesco molto agiato, Max Emden, che demolì la dimora dei St. Leger e costruì l’imponente villa in stile neoclassico che ancora oggi completa l’immagine del sito. Nel 1949 le isole furono vendute all’ente pubblico e diventano il Parco botanico del Cantone Ticino, al tempo stesso istituzione scientifica e importante attrazione turistica per il Locarnese.

 

Dossier 4
Karl Schmuki
Zwei Monumente des frühmittelalterlichen Gartenbaus aus dem Bodenseeraum
Der St. Galler Klosterplan und der Hortulus des Walahfrid Strabo

Riassunto
La pianta dell’abbazia di San Gallo e l’Hortulus di Walahfrid Strabo
La storia dell’orticoltura mitteleuropea altomedievale è caratterizzata da due documenti principali, provenienti dalla regione del Lago di Costanza. Nella famosa pianta carolingia dell’abbazia di San Gallo, disegnata tra l’819 e l’830 nel convento di Reichenau e conservata presso la Biblioteca dell’abbazia di San Gallo, sono rappresentati quattro giardini da coltivare con circa 50 diverse specie vegetali (erbe, erbe officinali, spezie, verdure, alberi, arbusti). Il secondo peculiare caposaldo dell’orticoltura carolingia, il poema Hortulus di Walahfrid Strabo († 849), erudito del convento di Reichenau, descrive in 444 versi ben misurati l’aspetto e il molteplice utilizzo di 23 piante coltivate nell’orto conventuale. Gli autori di entrambi i documenti si sono basati sull’elenco di piante che Carlo Magno aveva ordinato di coltivare intorno all’800, alla fine del suo Capitulare de villis. Sia i giardini della pianta abbaziale sia il contenuto dell’Hortulus trovano riscontro nella concezione e nel disegno dei giardini conventuali odierni.

 

Interview | Interview | Intervista
Mascha Bisping
«Ein Ort, wo sich Natur, Kunst und Wissenschaft angeregt unterhalten»

Als Mikrokosmos und Archiv des Lebendigen diente der botanische Garten seit dem 16. Jahrhundert vor allem als Laboratorium für die wissenschaftliche Forschung. Diese Rolle hat sich gewandelt: Der niederländische Kunst- und Kulturhistoriker Erik A. de Jong ist ein engagierter Fürsprecher des botanischen Gartens als Ort, der dazu einlädt, die Natur mit allen Sinnen zu erfahren. Im Gespräch erläutert er, warum er den Sammlungen heute eine eminent wichtige kulturhistorische und pädagogische Bedeutung beimisst.

 

Dossier 5
Jörg Matthies
Kostbarkeiten hinter Glas
Pflanzenhäuser in Schweizer botanischen Universitätsgärten

Riassunto
Oggetti preziosi sotto vetro: le serre dei giardini botanici delle università svizzere
Quali luoghi deputati alla coltivazione, allo studio e all’esposizione di piante rare, le serre dei giardini botanici hanno un ruolo importante. Da sempre gli esploratori di altre regioni climatiche riportarono in Europa piante sconosciute, che potevano sopravvivere solo in ambienti speciali. Dall’inizio del XIX secolo alla fine del XX secolo, parallelamente agli sviluppi registrati in Francia e in Germania, i giardini botanici svizzeri furono dotati di una notevole varietà di serre. Gli esempi scelti sono indicativi della diversità tipologica. Sotto l’influenza determinante dei direttori dei giardini, gli architetti locali crearono un’architettura sofisticata, rappresentativa del grado di innovazione tecnica. Nel corso del tempo la classica costruzione caratterizzata da pareti e superfici vetrate venne progressivamente abbandonata, a favore di fabbricati speciali in acciaio e vetro, adatti a ospitare piante esotiche che necessitanodi temperature più elevate. I materiali moderni, così come gli sviluppi tecnici nella fabbricazione dell’acciaio e del vetro, hanno sollecitato abili imprese di costruzioni in acciaio a cimentarsi nella realizzazione di edifici interamente vetrati.

 

Dossier 6
Pauline Nerfin
« Jardin alpin, dites-vous ? »
« Oui mon cher, jardin alpin. Des rocailles, un chalet suisse, même on pourrait dire oberlandais, qu’est-ce que vous voulez de plus helvétique et de plus montagneux ? »

Riassunto
«Come dice, mi scusi? Giardino alpino?»
Dalla seconda metà del XIX secolo l’acclimatazione di piante alpine in pianura conobbe un periodo di notevole sviluppo, grazie all’attività di illustri botanici ginevrini – in particolare Edmond Boissier e Henry Correvon – e alla comparsa degli alpineti. Dagli anni 1880-90 nelle Alpi europee nacquero diverse decine di giardini botanici alpini. Se in origine ebbero uno scopo puramente scientifico, in seguito acquistarono anche una valenza estetica e conseguirono obiettivi molteplici: oltre che essere luoghi protetti per la conservazione della flora di alta montagna, diventarono un’attrazione turistica, così come uno spazio di interesse didattico e artistico. Il repertorio stilistico del giardino alpino si ispirava al gusto pittoresco. Il suo spazio riccamente articolato sul piano architettonico era caratterizzato da sentieri sinuosi, rocce, piccoli ponti, cascate, strutture di rilievi fioriti, panchine rustiche e da un piccolo chalet. Armonioso per l’occhio profano, il giardino alpino era peraltro una costruzione artificiale in cui le singole pietre erano saldate fra loro per mezzo di cemento.

 

Dossier 7
Simon Baur
«Seht her: Das ist meine Welt!»
Die Merian Gärten am Stadtrand von Basel bewegen sich am Puls der Zeit

Riassunto
I Giardini Merian alla periferia di Basilea si muovono al passo con i tempi
I Giardini Merian, situati ai margini della città di Basilea, si distinguono per diversi elementi chiave. Non solo riflettono la storia agricola degli ultimi due secoli, ma propongono anche una notevole biodiversità, così come una particolare varietà di specie vegetali. Le collezioni di iris sono rinomate a livello internazionale, mentre quelle di clematidi, peonie, fucsie ed edere rallegrano ogni anno migliaia di visitatori. I Giardini Merian implicano inoltre una memoria storica: hanno ospitato svariate mostre di giardini e d’arte, attestate ancora oggi da singoli luoghi e opere. E i Giardini sono anche e soprattutto un luogo di esperienze. Tutto ciò in un’epoca in cui i giardini si trovano seriamente minacciati dal progressivo espandersi della città.

 

KdS | MAH | MAS
Die Altstadt von Grossbasel II, Profanbauten
Die Kunstdenkmäler des Kantons Basel-Stadt, Band VIII

Zum Kanton Basel-Stadt sind seit 1932 bislang sieben Bände im Druck erschienen. Die Bände I bis V thematisieren die Frühgeschichte der Stadt, das Stadtbild, die Befestigungswerke sowie das Rathaus, sodann den Münsterschatz und die mittelalterlichen Kirchen und Klöster Basels. Seit 1992 werden die Profanbauten der Basler Altstadt inventarisiert. Hierzu liegen die Bände zur Altstadt Kleinbasels (2004) sowie zu Grossbasel I (Münsterhügel und Talstadt rechts des Birsigs, 2006) bereits vor. Parallel zu dem nun fertiggestellten Band VIII sind zwei weitere Inventarwerke zu den mittelalterlichen Vorstädten und zum Basler Münster in Arbeit.

 

KdS | MAH | MAS
Die Grossstadt Zürich 1860–1940
Die Kunstdenkmäler des Kantons Zürich. Neue Ausgabe, Band VI

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Hunderte Oasen in der ganzen Schweiz

An über 360 Orten in der ganzen Schweiz können am Wochenende vom 10. und 11. September herausragende Gärten, Parks und Plätze kostenlos besichtigt werden. Die Europäischen Tage des Denkmals 2016 präsentieren unter dem Titel «Oasen» Freiräume von historischer Bedeutung und machen so auf deren wichtige Rolle für die Gesellschaft aufmerksam.

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Nicole Pfister Fetz
GSK Go
Billet de la présidente

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Valérie Clerc, Valeria Frei, Sandra Hüberli, Markus Andrea Schneider
Die Schweizerischen Kunstführer
Tausend Blicke auf Architektur – tausend Nummern später

Die Serie der Schweizerischen Kunstführer wirft ein helles Licht auf das gebaute Erbe der Schweiz. Sie zählt zu den wichtigsten und auflagenstärksten Kulturpublikationen unseres Landes.

 

Publikationen der GSK | Publications de la SHAS | Pubblicazioni della SSAS
Schweizerische Kunstführer erster Teil 2016

 Der erste Teil der Schweizerischen Kunstführer 2016 wird im September an die Abonnentinnen und Abonnenten verschickt. Dieses Mal ist ein ganz besonderer Kunstführer dabei: die Nummer 1000!

 

Auslandreisen | Voyages à l’étranger | Viaggi all’estero
Lissabon zum Jahreswechsel
Ausflüge nach Sintra, Coimbra und zum Arrábida-Küstengebirge

 

Aktuell | Actuel | Attuale
Auf den Spuren des plastischorganischen Baustils in Dornach
Tag der offenen Künstlerhäuser am Samstag, 22. Oktober 2016

 

Bücher | Livres | Libri
Il Palazzo Riva di Santa Margherita a Lugano e la sua quadreria

 

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Prezzo
CHF 25.00
Prezzo membri SSAS
CHF 17.00
Tipo:
Buch
Illustrazioni
123
Numero pagine
88
Autori
Diverse
Numero articolo
K+A-2016.3
Lingua
Italienisch
Data di uscita
ISBN
978-3-03797-244-1
Numero volume
67. Jahrgang, 3.2016
Casa editrice
Gesellschaft für Schweizerische Kunstgeschichte